In chiusura di 2019 vale la pena stilare un primo bilancio, prima delle vacanze natalizie, del rendimento individuale dei componenti della rosa consegnata nelle mani di Paulo Fonseca. I voti numerici e i giudizi sono riferiti a questo primo scorcio di stagione 2019/2020 e non all’intero anno solare.
CON O SENZA LA MASCHERA – Basta davvero poco a volte per stracciare una storia e iniziare a scriverne un’altra. Non è stato, per fortuna della Roma e dei suoi tifosi, il caso di Edin Dzeko. Da possibile partente direzione Inter in estate a faro e simbolo tecnico della Roma di Paulo Fonseca in tutto questo avvio di 2019/2020. A raccontarla un po’ “romanzata”, Dzeko si sarebbe svegliato un bel mattino e presentatosi a Trigoria avrebbe detto al mister: “Mi sento un giocatore della Roma, io rimango qui”. Per narrarla nella pratica dei numeri: 10 gol (7 in Serie A, 3 in Europa League) e 6 assist; sempre presente tranne una panchina in Austria (Wolfsberger) e 68′ minuti fuori a Milano (febbre atavica prima del Big Match con l’Inter, ndr). Costretto a presenze forzate anche con una doppia frattura allo zigomo, dato che il “Kalinic di turno” deputato a sostituirlo si era sgretolato presto. L’eroe mascherato di cui nessuno farebbe a meno: tutto quello che ha ruotato intorno al cigno di Sarajevo ha sembrato brillare di una luce più intensa e pulita, tanto che spessissimo (più del passato) abbiamo notato Edin venire incontro a fare gioco di raccordo anche quando non serviva, solo per il puro piacere di andare a dare una mano, di stare vicino ai compagni, di giocare con loro. Sì, è lo stesso giocatore che sul finire dell’anno scorso mandava tutti a quel paese, forse perché in un luogo senza unione d’intenti lui non ci sa proprio stare. Fonseca gli ha costruito intorno una Roma fatta di praticità e raffinatezza: due caratteristiche che si sposano alla grande in un attaccante che pur non essendo più giovanissimo, risulta ancora essere uno dei più decisivi del nostro campionato.
VOTO 7,5 – UOMO AS ROMA
REDAZIONE